GRIDA > La Scighera, Milano > ottobre 2009


grido s. m. [der. di gridare] (pl. le grida, dell'uomo; i gridi, degli animali, o anche dell'uomo, se non considerati nel loro complesso). - . a. (suono inarticolato, parola, esclamazione e sim.) emessa con forza, gridando, anche con la prep. di: g. d'aiuto; gridi di battaglia, di guerra; g. di dolore, di gioia; lanciare un g. disperato; fare, dare, mandare, cacciare un g.; levare alte grida. ▲ Locuz. prep.: grido (o grida) popolo, per unanime volontà del popolo. . (estens.) Invocazione, lamento, anche non espressi con la voce: il g. dei popoli oppressi (…)



Una frase in un'etichetta, una scritta su un muro, un brano di una lettera, un annuncio per strada. Segni, parole, messaggi accettati passivamente, sui quali non ci si sofferma più.
Grida per natura, concepite con questo scopo; possono essere grida azzittite in mezzo al fracasso circostante o grida apparentemente silenziose, che ripetute in continuazione diventano urla.
Grida celate da caratteri minuscoli, nascoste tra le righe di una lettera, che esplodono solo dopo la loro manipolazione.
Il meccanismo di amplificazione è semplice: astrarre simboli e parole dal contesto nel quale si trovano per portarli in evidenza, renderli leggibili in quanto significanti.
Un linguaggio normalmente accettato. La domanda è se sia accettabile.
Messaggi trascurati, o assimilati senza riflessione. La domanda è se si possa continuare a farlo.
Grida amplificate per obbligare alla riflessione, per provocare domande.
Nelle molteplici risposte che ciascuno può darsi e dare sta il senso dell'installazione.

(circolo ARCI) La Scighera - Milano - Via Candiani 131
Quartiere Bovisa
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